Una donna di 32 anni e madre di cinque figli è stata rapita e violentata a turno da tre uomini. Minacce al marito per costringerlo a ritirare la denuncia. Funzionari di polizia coprono il crimine, stilando un rapporto pieno di lacune. Sacerdote a Lahore: le violenze contro donne cristiane fenomeno diffuso e scandaloso.
» 24/09/2011 09:15
Lahore (AsiaNews) – Gli stupri contro donne cristiane nel Punjab sono ormai “una pratica comune”; si tratta di un fenomeno “scandaloso”, aggravato dal fatto che “la polizia protegge i colpevoli” e non le vittime. È l’amaro sfogo raccolto da AsiaNews di p. John Jill, della diocesi di Lahore, in merito all’ultimo caso accertato di violenza sessuale ai danni di una madre cristiana. La famiglia chiede giustizia, ma si trova a lottare contro una società in cui i difensori della legge sostengono i violentatori. Sulla vicenda sono intervenute anche le associazioni per i diritti umani Masihi Foundation e Life for All, che chiedono alle autorità di governo di colpire gli autori dei crimini e punire gli ufficiali di polizia corrotti e conniventi.
Il fatto risale al 15 settembre, ma la notizia è filtrata solo nei giorni scorsi. Arifa Mushtaq (il nome è di fantasia, ndr) 32 anni e madre di cinque figli, originaria del villaggio di Mustafabad, nel distretto di Kasur, è stata rapita e stuprata da tre uomini musulmani, uno dei quali era armato di pistola. Il marito Muashtaq Masih, dipendente del Dipartimento sanitario di Kasur, racconta il dramma della donna: Arifa lavora in un’industria di vestiario e la sera del 15 settembre, mentre scendeva dal bus, è stata colta di sorpresa da due uomini – Arif, 23 anni e Shera di 27 – che l’hanno presa alle spalle. “Un terzo uomo – continua il marito – è spuntato dal nulla e le ha puntato una pistola alla tempia”.
La donna ha iniziato a urlare, poi ha pregato il trio di lasciarla libera pensando ai loro figli che l’aspettavano a casa. Invece, gli uomini hanno portato Arifa di forza in una casa e, uno alla volta, l’hanno violentata. La famiglia è sotto shock e anche il tentativo di denunciare lo stupro ha aggiunto un dramma nel dramma: i musulmani hanno minacciato il marito, intimandogli di ritirare la querela. In caso contrario, i tre avrebbero riservato “anche ai bambini” della coppia la stessa violenza subita dalla donna. Il funzionario di polizia, inoltre, ha protetto i colpevoli, esercitando pressioni su Muashtaq Masih.
P. John Jill conferma che “la polizia aiuta i colpevoli, con omissioni e lacune nella compilazione delle denunce tali da favorire la loro libertà”. La famiglia della donna violentata, aggiunge il sacerdote, ora vive nella paura mentre i criminali sono liberi di girare per le strade della cittadina. “Per quanto tempo ancora – si chiede – dovremo vedere i figli di Dio soffrire? E la famiglia di Mushtaq Masih otterrà giustizia?”. Egli lancia un appello al capo della polizia del Punjab e al ministro della Giustizia perché colpiscano gli ufficiali di polizia corrotti e tutelino la famiglia.
Una donna di 32 anni e madre di cinque figli è stata rapita e violentata a turno da tre uomini. Minacce al marito per costringerlo a ritirare la denuncia. Funzionari di polizia coprono il crimine, stilando un rapporto pieno di lacune. Sacerdote a Lahore: le violenze contro donne cristiane fenomeno diffuso e scandaloso.
» 24/09/2011 09:15
Lahore (AsiaNews) – Gli stupri contro donne cristiane nel Punjab sono ormai “una pratica comune”; si tratta di un fenomeno “scandaloso”, aggravato dal fatto che “la polizia protegge i colpevoli” e non le vittime. È l’amaro sfogo raccolto da AsiaNews di p. John Jill, della diocesi di Lahore, in merito all’ultimo caso accertato di violenza sessuale ai danni di una madre cristiana. La famiglia chiede giustizia, ma si trova a lottare contro una società in cui i difensori della legge sostengono i violentatori. Sulla vicenda sono intervenute anche le associazioni per i diritti umani Masihi Foundation e Life for All, che chiedono alle autorità di governo di colpire gli autori dei crimini e punire gli ufficiali di polizia corrotti e conniventi.
Il fatto risale al 15 settembre, ma la notizia è filtrata solo nei giorni scorsi. Arifa Mushtaq (il nome è di fantasia, ndr) 32 anni e madre di cinque figli, originaria del villaggio di Mustafabad, nel distretto di Kasur, è stata rapita e stuprata da tre uomini musulmani, uno dei quali era armato di pistola. Il marito Muashtaq Masih, dipendente del Dipartimento sanitario di Kasur, racconta il dramma della donna: Arifa lavora in un’industria di vestiario e la sera del 15 settembre, mentre scendeva dal bus, è stata colta di sorpresa da due uomini – Arif, 23 anni e Shera di 27 – che l’hanno presa alle spalle. “Un terzo uomo – continua il marito – è spuntato dal nulla e le ha puntato una pistola alla tempia”.
La donna ha iniziato a urlare, poi ha pregato il trio di lasciarla libera pensando ai loro figli che l’aspettavano a casa. Invece, gli uomini hanno portato Arifa di forza in una casa e, uno alla volta, l’hanno violentata. La famiglia è sotto shock e anche il tentativo di denunciare lo stupro ha aggiunto un dramma nel dramma: i musulmani hanno minacciato il marito, intimandogli di ritirare la querela. In caso contrario, i tre avrebbero riservato “anche ai bambini” della coppia la stessa violenza subita dalla donna. Il funzionario di polizia, inoltre, ha protetto i colpevoli, esercitando pressioni su Muashtaq Masih.
P. John Jill conferma che “la polizia aiuta i colpevoli, con omissioni e lacune nella compilazione delle denunce tali da favorire la loro libertà”. La famiglia della donna violentata, aggiunge il sacerdote, ora vive nella paura mentre i criminali sono liberi di girare per le strade della cittadina. “Per quanto tempo ancora – si chiede – dovremo vedere i figli di Dio soffrire? E la famiglia di Mushtaq Masih otterrà giustizia?”. Egli lancia un appello al capo della polizia del Punjab e al ministro della Giustizia perché colpiscano gli ufficiali di polizia corrotti e tutelino la famiglia. Una donna di 32 anni e madre di cinque figli è stata rapita e violentata a turno da tre uomini. Minacce al marito per costringerlo a ritirare la denuncia. Funzionari di polizia coprono il crimine, stilando un rapporto pieno di lacune. Sacerdote a Lahore: le violenze contro donne cristiane fenomeno diffuso e scandaloso.
» 24/09/2011 09:15
Lahore (AsiaNews) – Gli stupri contro donne cristiane nel Punjab sono ormai “una pratica comune”; si tratta di un fenomeno “scandaloso”, aggravato dal fatto che “la polizia protegge i colpevoli” e non le vittime. È l’amaro sfogo raccolto da AsiaNews di p. John Jill, della diocesi di Lahore, in merito all’ultimo caso accertato di violenza sessuale ai danni di una madre cristiana. La famiglia chiede giustizia, ma si trova a lottare contro una società in cui i difensori della legge sostengono i violentatori. Sulla vicenda sono intervenute anche le associazioni per i diritti umani Masihi Foundation e Life for All, che chiedono alle autorità di governo di colpire gli autori dei crimini e punire gli ufficiali di polizia corrotti e conniventi.
Il fatto risale al 15 settembre, ma la notizia è filtrata solo nei giorni scorsi. Arifa Mushtaq (il nome è di fantasia, ndr) 32 anni e madre di cinque figli, originaria del villaggio di Mustafabad, nel distretto di Kasur, è stata rapita e stuprata da tre uomini musulmani, uno dei quali era armato di pistola. Il marito Muashtaq Masih, dipendente del Dipartimento sanitario di Kasur, racconta il dramma della donna: Arifa lavora in un’industria di vestiario e la sera del 15 settembre, mentre scendeva dal bus, è stata colta di sorpresa da due uomini – Arif, 23 anni e Shera di 27 – che l’hanno presa alle spalle. “Un terzo uomo – continua il marito – è spuntato dal nulla e le ha puntato una pistola alla tempia”.
La donna ha iniziato a urlare, poi ha pregato il trio di lasciarla libera pensando ai loro figli che l’aspettavano a casa. Invece, gli uomini hanno portato Arifa di forza in una casa e, uno alla volta, l’hanno violentata. La famiglia è sotto shock e anche il tentativo di denunciare lo stupro ha aggiunto un dramma nel dramma: i musulmani hanno minacciato il marito, intimandogli di ritirare la querela. In caso contrario, i tre avrebbero riservato “anche ai bambini” della coppia la stessa violenza subita dalla donna. Il funzionario di polizia, inoltre, ha protetto i colpevoli, esercitando pressioni su Muashtaq Masih.
P. John Jill conferma che “la polizia aiuta i colpevoli, con omissioni e lacune nella compilazione delle denunce tali da favorire la loro libertà”. La famiglia della donna violentata, aggiunge il sacerdote, ora vive nella paura mentre i criminali sono liberi di girare per le strade della cittadina. “Per quanto tempo ancora – si chiede – dovremo vedere i figli di Dio soffrire? E la famiglia di Mushtaq Masih otterrà giustizia?”. Egli lancia un appello al capo della polizia del Punjab e al ministro della Giustizia perché colpiscano gli ufficiali di polizia corrotti e tutelino la famiglia.
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